Danni cardiovascolari per i pazienti con malattie mentali
L’analisi è stata condotta su larga scala con il coinvolgimento di oltre 3 milioni di pazienti monitorati con 110 milioni di controlli per un totale di 92 studi.
Lo studio, secondo gli esperti, è stato condotto con la metodologia della meta-analisi su quasi 100 studi pubblicati che hanno fornito dati su un vasto campione di pazienti dell’età media di circa 50 anni, osservati per un periodo di oltre otto anni.
In questo arco temporale, ben il 3,6% dei pazienti con malattia mentale grave (SMI) ha sviluppato una malattia coronarica, soprattutto se la SMI è affiancata da altri fattori di rischio come l’obesità o il sovrappeso. Dal lavoro molto accurato del team internazionale che ha esaminato popolazioni differenti di pazienti con SMI per un periodo di oltre 8 anni è emerso chiaramente un aumento del rischio di sviluppare una malattia coronarica del 54%, problemi cerebrovascolari del 64%, uno scompenso cardiaco del 110% fino ad arrivare a un aumento del rischio di morte legata a problemi cardiovascolari dell’85%.
I dati suggeriscono, in particolare nel caso di pazienti affetti da malattia mentale grave, la necessità di una stretta collaborazione tra medico di base, cardiologo e psichiatra, così da garantire a questi pazienti un monitoraggio attento della loro situazione cardiovascolare per controllare e prevenire complicanze.